"NATALITA' E ABORTO"
Comunicazione al Consiglio Comunale del 10/10/2022
"NATALITA' E ABORTO"
Comunicazione al Consiglio Comunale del 10/10/2022
In data 3 ottobre 2022 usciva sulla stampa locale un articolo dal titolo “Prima di tutto sostenere la natalità” che riportava alcune dichiarazioni anche sull’aborto espresse dal Consigliere Priamo Bocchi.
Appare ormai ampiamente riconosciuto che la natalità e più in generale i fenomeni demografici condizionano sia il welfare che l’assetto produttivo e l’economia dei Paesi e tuttavia nonostante rappresentino fenomeni strutturali e certamente noti, a fatica riescono ad avere un ruolo centrale nell’agenda di governo e a guidare l’intervento politico e sociale. Come sottolineato nelle Premesse al rapporto Censis 2021 (“L’Italia e le dinamiche demografiche. Scenari e strumenti per affrontare il futuro”, infatti) – cito - “anche quando fenomeni come invecchiamento o denatalità emergono nel dibattito pubblico, ben poco diffusa appare la consapevolezza del ruolo che rivestono, della loro interdipendenza con i fenomeni sociali ed economici, così come, e a maggior ragione, dell’importanza di politiche che tengano conto della loro rilevanza”.
Proprio in riferimento a questa consapevolezza e al ruolo di grande responsabilità che su questi temi la politica non solo nazionale ma anche locale è tenuta a ricoprire, occorre sottolineare come dichiarazioni che mettano in un rapporto di causa/effetto l’interruzione volontaria di gravidanza e la natalità siano metodologicamente errate e contribuiscano ad aumentare la confusione già molto diffusa nel nostro Paese nell’affrontare temi scientifici o statistici.
A tal proposito evidenzio che tutti i dati indicati nella Relazione del Ministero della Salute sull’attuazione della legge 194/78 (dati definitivi 2019 e preliminari 2020) confermano che il tasso italiano di abortività è tra i più bassi a livello internazionale e sottolineano un trend delle IVG (interruzioni volontarie di gravidanza) costantemente in diminuzione anche nelle coorti più a rischio (in particolare tra le giovanissime e le donne straniere).
Passando ai dati sulle modalità relative alle IVG che, ricordo, a differenza di quanto sostenuto nell’articolo citato, non possono in alcun modo essere agite con “fai date”, trattandosi di interventi e procedure farmacologiche che devono essere preventivamente autorizzate ed effettuate dagli enti preposti, va notato un maggior ricorso ai consultori per il rilascio della documentazione necessaria.
Sicuramente per quanto riguarda la prevenzione e la promozione della salute, i consultori oggi svolgono un ruolo strategico, avendo contribuito a ridurre le IVG dal 1982 al 2017 di oltre il 65% ma sono ancora troppo pochi rispetto ai bisogni della popolazione e solo in poche regioni si raggiungono gli standard attesi per le figure professionali, quali l’ostetrica, i ginecologi, gli psicologi e gli assistenti sociali. Non affronto qui il tema dell’obiezione di coscienza che, come sappiamo, ci consegna una mappa dell’Italia molto eterogenea e apre a molteplici considerazioni sulla effettiva applicabilità della normativa a livello nazionale.
A conclusione, non posso che raccogliere con favore la richiesta espressa nell’articolo, di promuovere azioni concrete a sostegno delle famiglie. Per questo spero che il nuovo Governo possa proseguire sulla strada già avviata dal Ministro Elena Bonetti con il Family Act, con un ampliamento dell’assegno unico e universale, con l’implementazione di servizi nido anche gratuiti, con modifiche all’ISEE che possano aumentare il “peso” dei figli e delle persone con disabilità anche nell’ottica di misure più adeguate per le famiglie numerose, con attente e realizzabili politiche di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, con incentivi al welfare aziendale e non da ultimo una seria politica di agevolazioni contributive e fiscali per i nostri giovani.