"8 Marzo 2024"
Comunicazione al Consiglio Comunale del 11/03/2024
"8 Marzo 2024"
Comunicazione al Consiglio Comunale del 11/03/2024
In questi giorni in occasione dell’8 marzo, abbiamo ascoltato e letto molte dichiarazioni, dati, studi e definizioni sulla condizione della donna.
Nel suo discorso la Presidente Meloni ha giustamente evidenziato l’aumento in Italia dell’occupazione femminile, dato di cui è sicuramente corretto parlare anche se non vanno mai dimenticate nemmeno per un secondo le enormi difficoltà che le donne devono affrontare quotidianamente quando sono alla ricerca di un lavoro, quando dopo averlo trovato se lo devono tenere, quando devono decidere tra la carriera e la famiglia, quando lo perdono per badare ai figli o ai propri anziani.
Il cosiddetto “soffitto di cristallo”, infatti sembra ancora ben lontano dall’essere rotto. Certo si scalfisce sempre un po' di più anche grazie ad apparentemente “odiosi” meccanismi quali per esempio le quote rosa che impongono la presenza femminile laddove gli uomini non ne sentirebbero minimamente la mancanza. Nei Consigli di amministrazione o nelle posizioni apicali… solo così per citarne qualcuno.
Veniamo agli esempi.
Come ci ha mostrato un video virale di una manciata di secondi girato sui social in questi giorni, a capo delle prime 100 aziende italiane quotate in borsa sembrano esserci solamente 2 donne. Ma è il privato e nel pubblico cosa accade?
Come avevo già avuto modo di sottolineare durante la mia dichiarazione di voto al bilancio preventivo, la quota di dirigenti donne occupate nel Comune di Parma si attesta al 31/12/2023 allo 0,8% dei dipendenti contro il 5% dei dirigenti uomini, che sono cioè quasi 5 volte tanto. Dato ancora più allarmante se si considera che la quota totale delle donne occupate nell’ente è pari al 76%. Ma si sa, i concorsi sono pubblici e li vince chi li vince.
Spostiamoci quindi dove non ci sono concorsi ma si accede alle posizioni apicali attraverso delle nomine. Nelle società del Gruppo Comune di Parma, dai dati pubblicati sul sito si legge che delle 12 società solo 2 sono presiedute da donne, cioè il 16%. Il dato tuttavia è destinato a diminuire se si considerano anche le altre società partecipate dove il Comune può esprimere le sue nomine da Parma Infrastrutture al CEPIM, alle Fiere ecc.
Non credo sia banale ricordare che la nomina di queste posizioni è responsabilità esclusiva o parziale dell’organo politico che guida il Comune di Parma e che, pur rivendicando orgogliosamente il proprio posizionamento politico a sinistra, fino ad oggi, per quanto mi riguarda, si è mostrato molto molto tiepido nei confronti di questo tema.